14 mar 2010

La tela di Penelope

Si fa riferimento alla tela di Penelope quando si vuol descrivere una situazione che in breve tempo vede passi avanti e passi indietro più o meno equivalenti. Nella mitologia greca Penelope era la moglie di Ulisse e attendeva il ritorno del marito dalla sua Odissea. Dato il procrastinarsi dell'evento vari pretendenti volevano la mano della regina di Itaca,che decise quindi di rimandare la scelta del pretendente a quando avrebbe finito di filare la sua tela. Tuttavia non avendo la minima intenzione di abbandonare il marito, di notte disfaceva il filato del giorno, cosìcchè il termine non arrivava mai. La fine della vicenda la lascio alla vostra lettura personale dell'Odissea, che non fa mai male. L'esempio di Penelope mi serve invece per parlare del più grande talento del calcio italiano, Mario Balotelli.

Nato il 12 Agosto 1990 (ricordiamolo, perchè Balotelli non è come altri giocatori che la stampa considera eternamente giovani), il ragazzo parte con le stimmate del predestinato e oggi, pur avendo appena iniziato ad esplorare il suo talento, è già un giocatore decisivo, e lo è stato per gli utlimi due scudetti dell'Inter. Il personaggio è tuttavia quantomeno controverso soprattutto agli occhi dei suoi tifosi. Difficile trovare un'opionione condivisa e soprattutto costante nel tempo, perchè nessuno come lui è capace di farti cambiare idea di settimana in settimana, di prestazione in prestazione, di dichiarazione in dichiarazione. In particolare fuori dal campo, sembra che faccia di tutto per creare discussione, pronta a sfociare in polemica. Tant'è che, a pensare male, non ci si mette molto a vedere il giovane campione "manovrato" ad arte da chi ne cura gli interessi per avere sempre la massima visibilità, e in questo senso va anche la scelta di un procuratore come Mino Raiola (agente tra gli altri di Zlatan Ibrahimovic,da molti dipinto come il regista di molte sceneggiate dello svedese e di certo non simpatico al popolo interista).

Balotelli stava nel punto di partenza ideale per entrare nel cuore dei tifosi interisti come pochi altri. Giovane, cresciuto in casa, italiano, decisivo, fenomeno. Ha fatto di tutto per perdere il suo status di giocatore speciale e a molti altri certi atteggiamenti, certe incostanze, non sarebbero stati perdonati. A quel che sembra, lui o chi per lui preferisce far vivere il suo personaggio sempre chiacchierato,su un piedistallo, al di là dei meriti sportivi, come ad allontanarlo dalla sua squadra.

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