14 mag 2013

Manuel Pellegrini, il sottovalutato


Manuel Luis Pellegrini Ripamonti nasce nel 1953 in Cile. La sua carriera da allenatore inizia nel 1987. Trova particolare successo in Argentina, dove riesce a vincere campionato e Copa Sudamericana col San Lorenzo (primo titolo internazionale del club) e campionato col River Plate.
Nel 2004, dopo 17 anni di esperienza, decide di tentare l'avventura europea sbarcando a Vila-real.

La sua esperienza nel sottomarino giallo è tanto significativa da cambiare di fatto la percezione del club. Da piccola squadra promossa per la prima volta in primera division nel 1998 a compagine protagonista di spessore sia in Liga che nelle competizioni europee.
Sotto la sua guida il Villarreal raggiunge i quarti di Coppa UEFA, una storica semifinale di Champions, mentre in campionato un terzo e un secondo posto. Rilancia totalmente la carriera di Juan Roman Riquelme e Diego Forlan dopo i fallimenti a Barcellona e Manchester e valorizza nomi come Nihat, Gonzalo Rodriguez, Joseba Llorente, Santi Cazorla, Marcos Senna, Joan Capdevila.
La sua esperienza in giallo termina a causa della chiamata del Real Madrid, scelto da Florentino Perez per creare i nuovi galacticos da opporre al Barcellona fresco di triplete. Prende in mano una squadra sicuramente stellare, ma totalmente da costruire come spirito. Paga amaramente dazio nelle coppe (storica l'eliminazione in Copa del Rey contro l'Alcorcon) e chiude il campionato al secondo posto facendo 96 punti, con 102 gol segnati.
Questa avventura etichetterà la carriera di Pellegrini indelebilmente. Lo spettro del fallimento madridista è difficile da scrollarsi di dosso, malgrado un campionato disputato a livelli altissimi. Viene esonerato e subentra alla guida del Malaga nel 2010.
Nella sua prima stagione completa ottiene un quarto posto che vale la storica qualificazione in Champions. Nella seconda (cioè quella in corso) malgrado la cessione di alcuni dei migliori giocatori (Santi Cazorla, Salomon Rondon), problemi finanziari del club (proprietà in disimpegno) e un contenzioso aperto con la UEFA per i parametri del fairplay finanziario (il Malaga non disputerà le coppe nel 2013/2014) porta la squadra al quinto posto e ai quarti di finale di Champions League, sfiorando le semifinali. Il tutto una rosa formata da giocatori al tramonto (Demichelis, Saviola, Joaquin, Julio Baptista, Santa Cruz) con qualche giovane di qualità (Isco).  

Si distingue per un calcio organizzato, pragmatico, ma anche con ottimi spunti offensivi. Impressionante la quantità di giocatori non di nome valorizzati negli anni, così come la signorilità del personaggio. In Europa ha allenato benissimo squadre non di primo piano ottenendo il massimo, col limite di arrivare solo a sfiorare le imprese assolute. Ha sofferto quando gli sono stati imposti grandi nomi in ruoli non funzionali alla sua idea di calcio.
Cosa farà sulla sponda blu di Manchester?

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