30 ott 2013

Tre considerazioni sull'Inter di Mazzarri


Tre rapide considerazioni sull'Inter, due legate a certe contingenze e una più universale.
  • I tifosi chiedono a gran voce l'inserimento di una punta vera insieme all'eccellente Palacio per trovare nuovi sfoghi al gioco offensivo. Desiderio più che logico, ma da rimandare a tempi più propizi. La prima contingenza riguarda infatti lo stato del reparto d'attacco nerazzurro. Dei quattro giocatori in rosa Milito è infortunato e Belfodil (che per anarchia tattica non sembrava in ogni caso tra i preferiti) squalificato. Alle loro assenze si aggiunge una condizione fisica quantomeno precaria di Icardi, che fino a oggi si è dimostrato tanto incisivo sotto porta quanto incapace di fornire un apporto fisico sufficiente. Lo stesso Mazzarri ha voluto sottolineare che Mauro non ha più di 20-30 minuti nelle gambe per non meglio specificate noie fisiche. Anche volendo considerare i Primavera, ad oggi l'allenatore ha preferito convocare Donkor, un difensore, che uno degli attaccanti a disposizione. Impossibile pensare oggi di schierare le uniche due punte disponibili da titolari, soprattutto sapendo che una delle due non fornisce garanzie fisiche. 
  • La seconda contingenza riguarda il ruolo di Kovacic. La scelta è residuale, deriva diciamo logicamente da una catena di altre opzioni. Innanzitutto il croato è un talento con degli ovvi limiti di maturità , ma evidentemente considerato più pronto mentalmente di Belfodil e fisicamente di Icardi. Il suo ruolo naturale sarebbe nel centrocampo (dove di preciso è materia di dibattito), ma il tecnico toscano chiede un grande lavoro fisico ai suoi centrocampisti soprattutto in fase difensiva. In questo si fida evidentemente di più sia di Taider che di un Alvarez che ha sia maggior fisicità che maggior esperienza che tutt'altra condizione psicologica. Resta scoperto solo lo spot da seconda punta, anche per via dei problemi di cui sopra. Mazzarri può tranquillamente non pensare che quello sia il ruolo migliore del giovane croato, ma oggi può schierarlo solo in quella zona, confidando che il ragazzo nel frattempo guadagni condizione e convinzione.
  • Passando a un concetto più generale, le partite con Verona e Atalanta dimostrano che oggi il baricentro del gioco dell'Inter è Ricky Alvarez. A prescindere dal ruolo in cui è schierato l'argentino è il giocatore che tocca più palloni, in un certo senso il regista della manovra nerazzurra. Ne consegue che se schierato più avanti il gioco dell'Inter tende a scavalcare il centrocampo per cercarlo più velocemente possibile e fargli cucire la trama, mentre se schierato da interno tutto il reparto mediano tende a gestire più palloni e a far partire l'azione da più dietro.

16 ott 2013

Il caso Diego Costa (ovvero i problemi dei ricchi)


Dato il livello di prestazioni che sta fornendo e i risultati del suo Atletico Madrid, non sono stato esattamente l'unico a notare Diego Costa. Il centravanti ha infatti il doppio passaporto (brasiliano di nascita, spagnolo acquisito) ed è finito al centro di una disputa tra federazioni: la Spagna lo prenderebbe volentieri, il Brasile non ci sta a perderlo. L'ultima parola spetta proprio a lui, e ogni nazionale ha pro e contro da valutare.

Innanzitutto specifichiamo che se si può parlare di una contesa è tutta colpa della CBF e di Luis Scolari. Il ct lo ha totalmente ignorato per 2 anni convocandolo solo per 2 amichevoli e lasciandolo a casa per la Confederations Cup. In quell'occasione la riserva di Fred era Jo, e a livello di rosa gli sono stati preferiti in altri ruoli Jadson e Bernard. Motivi di risentimento può averne e solo lui può stabilire se concede più soddisfazione cambiare squadra o vedere ammesso l'errore. 
Tecnicamente poi è da vedere se Scolari è disposto a panchinare il "suo" Fred capocanonniere della Confederations, accantonando anche Jo e scartando definitivamente altri giocatori nel giro della nazionale come Leandro Damião e Pato. E occhio che c'è già chi chiede di mettere Neymar nel ruolo di punta centrale.
Diego Costa sarebbe il terminale perfetto per una squadra con tanti rifinitori leggeri come il Brasile attuale, ma il Brasile è disposto a risconoscergli il ruolo che merita?

La Spagna dal canto suo è, semplicemente, la Spagna. Per quanto un centravanti con le sue capacità di gioco possa sembrare lo sfogo ideale del possesso palla, Fernando Torres, Roberto Soldado, Alvaro Negredo, David Villa e Fernando Llorente sanno benissimo che essere attaccanti spagnoli nel post 2010 significa bene o male raccogliere le briciole. Diego Costa sarebbe un nome in più in una rosa già fin troppo affollata (considerando solo le punte, senza nemmeno iniziare a parlare dei rifinitori).
Una sua convocazione suonerebbe molto come uno sgarbo fatto sull'onda emotiva del grande successo spagnolo del giocatore. Col rischio concreto di veder finire tutto dopo una manciata di presenze.

Una guerra tra ricchi, ma anche un'innegabile opportunità per il numero 19, che ha in mano una scelta rara quanto importante per il suo futuro.

14 ott 2013

Top Argentina - Nomi delle tifoserie

Quante volte durante la telecronaca di una partita avete sentito nominare la Doce? E i Borrachos del Tablon? Le barra bravas argentine, al pari dei giocatori, hanno un loro soprannome e in questa puntata di Top Argentina abbiamo deciso di stilare la nostra classifica.
La grande esclusa è proprio la Doce xeneize, che, pur essendo una delle tifoserie più famose a livello mondiale, ha un nome comune a qualsiasi latitudine. Le sorprese invece non mancano e sono rappresentate dalle hinchadas di club sconosciuti ai più e non militanti nella massima serie del campionato albiceleste. In particolare le ultime tre della classifica sono state premiate per la  stravaganza del loro nome.


15. Sportivo Desamparados - La Guardia Puyutana: il nome fa riferimento al quartiere di origine. Lo stadio si trova vicino al barrio Puyuta e anche se non esattamente al suo interno tutta la zona dei Desamparados era chiamata puyuta, che significa terre povere e aride. Grazie al nome di Guardia Puyutana hanno stretto amicizia con l'hinchada del Racing.

14. Ferro Carril Oeste - La Banda 100% Caballito: porta questo nome l'hinchada del Club Ferro Carril Oeste, squadra storica del calcio argentino fondata nel 1904. Con questo nome i tifosi intendono rivendicare le proprie origini e il legame col loro quartiere, anche Caballito infatti è il nome del barrio in cui si trovano la sede sociale e lo stadio del club, considerati tanto importanti da essere dichiarati sito di interesse culturale dalla città di Buenos Aires.

13. Aldosivi - La Pesada del Puerto: il nome pare sia dovuto al peso di un sonaglio di grandi dimensioni che i tifosi di Mar del Plata erano soliti portare con loro e al legame con il porto della "città felice", culla del club. La tifoseria, tuttavia, per anni si è chiamata "Numero 12" a causa di una parentela tra il capo dei vecchi squali e quello della ben più famosa Doce del Boca Juniors. Soltanto dopo anni la hinchada del Tiburon è riuscita tornare al vecchio soprannome.

12. San Martin de San Juan - La Banda del Pueblo Viejo

11. Independiente Rivadavia - Los Caudillos del Parque


10. Rosario Central - Los Guerreros

9. Talleres - La Fiel

8. Belgrano - Los Piratas Celestes de Alberdi: detta anche La Primera Barra perchè fondata per prima nella provincia di Cordoba, la versione più ricorrente dell'origine del nome fa riferimento all'abitudine dei tifosi del club negli anni sessanta di saccheggiare letteralmente i paesi che visitavano in trasferta. Fieri delle loro origini ancora oggi i tifosi del Belgrano sono noti per rubare stemmi e bandiere.

7. Newell's Old Boys - La Hinchada Mas Popular

6. River Plate - Los Borrachos del Tablon: il nome dello zoccolo duro della barra brava del River Plate, una delle più conosciute anche nel Vecchio Continente, non ha origini particolari. La traduzione letterale è "gli ubriachi della tribuna", del tablon, la tavola, poichè inizialmente gran parte delle tribune erano costruite con assi di legno. Curiosità: il numero 14, ricorrente su striscioni e tamburi della barra, nella smorfia argentina rappresenta il borracho.

5. Gimnasia Jujuy - Los Marginados

4. Gimnasia de Mendoza - Los Famosos 33: "Vediamo, ora li conto. Trentuno, trentadue e... trentatré! Sì, nella tribuna del Gimnasia non ci sono più di trentatré tifosi". Chissà se Marcelo Houné, cronista di Radio Libertador, immaginava di aver appena segnato il nome di un'intera tifoseria quando, in un gelido e umido pomeriggio invernale a pochi chilometri dal confine cileno, contò i pochi eroici tifosi presenti allo stadio.


3. San Lorenzo - La Gloriosa Butteler: il nome completo è La Gloriosa Plaza Butteler, poichè la maggior parte dei fondatori viveva nei pressi di Plaza Butteler, barrio di Boedo, dove erano soliti incontrarsi prima di dirigersi al Gasometro, il Wembley Porteno, casa del Club Atletico San Lorenzo de Almagro.

2. All Boys - La Peste Blanca: il nome fa riferimento alla malattia incurabile che colpisce i sostenitori del Club Atletico All Boys. Propriamente con peste blanca si intende la tubercolosi, e il colore richiama la camiseta della squadra, completamente bianca.

1. Racing - La Guardia Imperial: la tifoseria in generale del Racing Club de Avellaneda è identificata come "La Numero 1", ma il gruppo più celebre e conosciuto è senza ombra di dubbio La Guardia Imperial. L'origine è da attribuire agli anni '30 e al giornalista Americo Barrios, che però non ci ha lasciato in eredità la sua fonte di ispirazione: c'è chi dice l'esercito spartano, chi la Guardia Imperiale di Napoleone Bonaparte. La certezza è che il solo nome mette i brividi.


In collaborazione con G.D.C.

2 ott 2013

Un Superclasico di fantasia


Questa è la settimana del Superclasico e, come ogni semestre, ci si ritrova a scrivere di un intero Paese che si ferma, di una metropoli paralizzata e di milioni di cuori che per novanta minuti interrompono il loro battito. Ma mai come negli ultimi tempi si è fatta sentire l'assenza di spunti tecnici e di stelle di cui parlare, perchè River-Boca è sempre stata una sfida cruenta, di garra e di nervi, ma anche di classe, di grandi giocate e di magnifici giocatori.

L'impoverimento del Superclasico è il riflesso di quanto accade più in generale per il movimento calcistico argentino, sempre fascinoso per tradizione e costante imprevedibilità, quanto orfano dei talenti che anni fa imperversavano su tutti i campi della capitale e dell'interior. I giocatori migliori resistono in patria soltanto il tempo necessario a essere esposti in vetrina e prenotare il biglietto per l'Europa. C'è chi entra dalla porta principale passeggiando su un tappeto rosso, come Aguero e Erik Lamela, c'è chi sceglie la porta di servizio, come Gaitan, Blanco e Ferreyra e c'è chi se ne va in tenera età, come Icardi e Leo Messi. Le fortune sono alterne, ma l'emigrazione calcistica del futbol argentino è una certezza che in fondo anche l'Italia, meta predestinata, conosce molto bene.

Che cosa potrebbe essere allora River Plate-Boca Juniors se i talenti che hanno calcato l'erba del Monumental e della Bombonera fossero rimasti in Argentina? Per puro divertimento abbiamo provato a schierare delle formazioni composte da giocatori che sono cresciuti nei vivai dei due club o che hanno avuto dei trascorsi più o meno di rilievo nelle due squadre, lasciando da parte qualsiasi velleità di trovare una parvenza di credibilità ed equilibrio tattico.
 


Partiamo dai padroni di casa: per il River le numerose opzioni hanno portato a un 4231 a trazione iper-offensiva e di cui il maestro Marcelo Bielsa sarebbe indubbiamente orgoglioso. Tra i pali confermatissimo Barovero, saracinesca del River di Ramon Diaz e portiere che da anni si esprime a ottimi livelli. Davanti a lui una linea a quattro con Roberto Pereyra, Demichelis, Mascherano e Vangioni, l'altro giocatore della Banda attuale riproposto in questo undici. In mediana Esteban Cambiasso e Lucho Gonzalez, i capitani di Inter e Porto. Il quartetto offensivo però è la ciliegina sulla torta, con Lamela, Higuain -nel River ha iniziato da trequartista e la scelta di riproporlo in quel ruolo è votata al romanticismo- e Alexis Sanchez alle spalle del Tigre Radamel Falcao.
 


Per il Boca, come per gli avversari di sempre, la scelta è di optare per un 4231, con una difesa arcigna a coprire una mediana e un'attacco tutti genio e sregolatezza. Tra i pali anche in questo caso confermato il portiere attuale: Agustin Orion. In difesa, da destra a sinistra, Facundo Roncaglia, Nico Burdisso, il Muro Walter Samuel e Clemente Rodriguez -giuriamo che Riquelme non ha avuto voce in capitolo-. La mediana non brillerà per fosforo, ma Guarin e Banega garantiscono forza fisica e talento a volontà. Sulla trequarti ecco Nico Gaitan, Juan Roman Riquelme e Carlitos Tevez a formare un trio meraviglioso alle spalle dell'unica punta Rodrigo Palacio.
 
Per quanto tatticamente improbabili, non male, eh?


In collaborazione con G.D.C.