10 set 2015

Daley Blind, il jolly

Daley Blind è l'unico giocatore della sua generazione ad essere riuscito ad andare oltre i confini dell'Ajax. Le giovanili del club di Amsterdam infatti sono rinomate per qualità e prolificità, ma dopo l'exploit dei talenti sbocciati negli anni '90 e la successiva generazione dei vari Sneijder, de Jong e Van der Vaart ha faticato a esportare prodotti di qualità. In compenso i nuovi prospetti nati negli anni '90 promettono tantissimo, ma non è questo il momento di parlarne.

Blind nasce nel 1990 ed è da sempre all'Ajax anche perchè figlio d'arte. Suo padre Danny infatti ha militato nel club per tredici anni, vincendo tutto il vincibile e mettendo insieme 372 presenze. Ha poi anche allenato l'Ajax, sia giovanile che non, e oggi è alla guida dell'Olanda.
Daley quindi fa tutta la trafila delle giovanili e si impone come elemento di spicco, tanto da arrivare in prima squadra nel 2008. Di ruolo è un terzino sinistro naturale, che ha come caratteristica principale un ottimo mancino. In sei stagioni con l'Ajax mette insieme 148 presenze, ma è la sua evoluzione tecnica ad essere interessante.
Blind infatti è un terzino da sempre, ma per il ruolo ha delle controindicazioni. Poco fisico, poca corsa, poco uno contro uno lo rendono un giocatore tattico molto diverso dai classici fluidificanti che riempiono gli highlights. Ciò nonostante de Boer non ci rinuncia praticamente mai, tanto che a un certo punto in diversi hanno pensato che pesasse soprattutto il cognome.
Invece il tecnico dimostra tutto il suo reale apprezzamento per Blind nel 2013/2014. Il ragazzo inizia la stagione come terzino titolare, ma finisce per giocare quasi tutto il resto dell'anno come mediano davanti alla difesa. Un ruolo scoperto in quell'Ajax, che de Boer ha deciso di affidare al suo giocatore migliore nelle letture tattiche, seguendo anche l'idea di Guardiola che praticamente in contemporanea varava l'esperimento Lahm centrocampista. Blind dimostra un ottimo adattamento al ruolo, sfruttando ancora una volta i suoi punti di forza: lettura del gioco, piede, scelte veloci.
È un mediano tattico, che sfrutta la sua capacità di leggere l'azione per sopperire ai limiti fisici e dinamici. Gioca molti palloni in un contesto molto organizzato dando ritmo ed equilibrio. Non è un regista tutto fantasia e verticalizzazioni, ma un elemento solido, continuo, capace di alimentare l'azione e quando serve cambiare gioco.

Blind disputa una stagione di alto livello e l'Ajax vince un titolo che in pochi si aspettavano a inizio anno, il quarto consecutivo. In estate si trasferisce al Manchester United, club dove si è appena insediato Van Gaal, suo allenatore al Mondiale brasiliano nell'Olanda fino a poche settimane prima. L'apprezzamento tecnico di Van Gaal per Blind è certo, e nel calderone che è il suo United l'allenatore sfrutta il giocatore come un vero jolly.
In una stagione e spiccioli Blind viene schierato terzino a quattro, terzino a tre, centrale a quattro e mediano davanti alla difesa. Praticamente qualunque ruolo in un triangolo di campo di una ventina di metri sul centro-sinistra, a seconda delle necessità.
Come mai questa ulteriore evoluzione?

In sostanza Blind ha delle qualità ben definite, legate principalmente al playmaking, e viene mandato in campo grazie a queste. Può ricoprire diversi ruoli perchè tatticamente legge bene il gioco e gli allenatori possono spostarlo a seconda del bisogno. I suoi limiti però hanno sempre delle controindicazioni, dei se e dei ma che portano a pensare che Blind non sia il giocatore ideale su cui fare affidamento come titolare in modo costante. Almeno non in un ruolo fisso.
Blind è un jolly, ma nel senso che non ha un ruolo. Sa ricoprirne diversi, ma in nessuno è veramente realizzato. Date le sue qualità pur da adattato risulta superiore a giocatori di ruolo scarsi, ma il suo apporto non è paragonabile a quello di un giocatore di ruolo vero e forte. Confrontato a uno specialista appare chiaramente diverso, con pregi diversi magari anche distanti dalle specifiche del ruolo.
Non a caso Van Gaal in questo inizio di 2015 lo sta schierando con continuità come difensore centrale. A sinistra infatti il tecnico sta finalmente puntando su Shaw, mentre a centrocampo tra Carrick, Scheiderlin e Schweinsteiger c'è concorrenza. A livello di centrali invece la penuria è evidente, sia numericamente che qualitativamente. Nessuno del pacchetto arretrato vede il gioco come Blind nè ha il suo piede. E quindi Blind gioca.

Il suo principale punto di forza gli si ritorcerà contro prima o poi? Verso i ventisei anni essere un jolly, un senza ruolo per definizione, è un pregio o un difetto?
Per quanto ancora Blind troverà un posto da titolare per mancanza di alternative di ruolo credibili?

2 commenti:

  1. dalle descrizioni e con tutte le differenze del caso (caratteristiche tecniche e fisiche) ricorda molto Zanetti, capace di giocare terzino destro, terzino sinistro e centrocampista in modo molto similare.
    Per me Zanetti non è mai stato un fenomeno in nessuno di questi ruoli, anzi. Maicon in difesa e Cambiasso a centrocampo sono sempre stati una spanna sopra al Capitano negli specifici ruoli, ma Zanetti è sempre stato fondamentale perchè in ogni ruolo dove abbia giocato è sempre stato capace di fornire il suo apporto positivo.

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    1. In un certo senso sì, ma Zanetti è arrivato ad essere un jolly a fine carriera, ben oltre i 30 anni.
      La differenza di base cmq è che Zanetti lo poteva fare in virtù di un fisico alieno, mentre Blind basa tutto sulle letture tattiche e sul piede

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